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Programma a
cura di Marco Brizzi
Selezione di video realizzati in ambito architettonico e proposti da iMage intorno al tema "inter-azione tra uomo e spazio". - Francisca
Benitez, Sukkah, USA 2001, 12'00''
Questo progetto in video è il ritratto di una città effimera che compare all'interno della città 'permanente'. Filmato a New York, prima, durante e dopo le festività annuali di Sukkot nell'Ottobre 2000, nel quartiere ebraico di Williamsburg, Brooklyn. Ogni autunno, il quartiere intraprende una drastica trasformazione. Per commemorare l'Esodo, viene costruita all'esterno delle case, una struttura abitativa temporanea nota come Sukkah, in cui si dovrà vivere per sette giorni. Questa tradizione determina la presenza temporanea di un antico insediamento nomadico che si sovrappone al tessuto della New York contemporanea. La sua intermittente continuità nel tempo è assicurata dal rigoroso insieme di codici contenuti nel Talmud, che stabiliscono ogni singolo aspetto del rituale, dalla costruzione ai comportamenti. Questa città effimera cresce da dentro i vuoti della città 'ospite', negli angusti cortili di New York, negli spazi residuali, sotto le scale anti-incendio, sui tetti e i marciapiedi, che diventano le fondamenta di questo fragile tessuto urbano.
"Bubblehouse" è un esperimento architettonico basato su due aspetti: da un lato la progettazione di una casa elastica e priva di tipologia in cui funzioni e forme si fondono in una sostanza liquida generando uno spazio fluido; dall'altro l'idea di una casa capace di rappresentare la personalità di chi l'abita e di metterla in relazione con altri al punto tale da diventare strumento di corteggiamento: "oggi, senza una bella casa non sei nessuno, non hai fascino". Nel tentativo di esplorare nuovi modi di comunicare l'architettura, i due aspetti confluiscono in una storia romanzata, ironica, e che, ambientata in un prossimo futuro, affronta in modo dissacrante anche il tema della tecnologia digitale e del virtuale. Il risultato sono una scenografia ed una sceneggiatura non su binari paralleli, ma intrecciate e capaci di scambiarsi i ruoli a seconda del ritmo narrativo.
Desert House è il primo cortometraggio di KDLAB che focalizzi sul rapporto tra architettura, narrativa e tecnica fimica. La Desert House è costruita sull'area di una città di miniere d'argento che un tempo era stata ricca. In uno studio concernente temi nostalgici, questo progetto è cominciato con l'indagine delle possibilità di fusione di programmi disparati grazie alle tecniche di pittura del paesaggio, e del rapporto tra scala e spessore connessi alla produzione di oggetti di massa. Divise tra tre programmi industriali complementari, le unità domestiche sono distribuite lungo il bacino naturale del terreno del fiume con acqua fresca che viene pompata su per la collina dalle miniere abbandonate, convogliandola all'invaso attraverso canali d'acqua piovana che passano attraverso ciascuna unità. Le unità prefabbricate, con la stessa manifattura delle piscine in vetroresina, sono organizzate programmaticamente intorno ai corsi di acqua fresca che entra nelle case attraverso il garage ed esce dalle piscine.
Questa animazione concettuale spiega l'idea di Zaha Hadid dietro al progetto per un hotel di 500 stanze sulle rive di un lago artificiale a Guadalajara, Messico. Vedendo le stanze per gli ospiti come singole celle di un grande conglomerato, l'animazione mostra lo sviluppo della trama e la creazione dell'edificio. Una colonna sonora appositamente composta dal compositore Andrew Lagowski sottolinea il dramma di questo processo.
Derma rappresenta una strategia progettuale capace di tradurre in architettura i fattori di una realtà "mediata" nella quale l'informazione, la comunicazione, la connessione, l'interazione sono ormai parte integrante della quotidianità. In Derma l'artificiale e il naturale, la tecnologia e l'emozione si fondono in un'unica struttura sensibile, reattiva ed elastica, dal comportamento organico. Derma nasce, cresce e si sviluppa nel territorio di cui è mutazione, escrescenza, pura personalità. Derma si modifica con il passare dell'età, portando su di sé i segni delle sue esperienze, della sua memoria. Attraverso l'esplorazione e la conoscenza sensoriale della sua superficie, una struttura Derma permette un livello d'interazione tale da creare l'identità tra uomo e spazio. Così come sul corpo, su una struttura Derma puoi riconoscere la zona per te più confortevole e accogliente, più o meno morbida, fredda al tatto o calda come un abbraccio. Come la tua pelle, reagisce vibrando alle sollecitazioni in uno scambio d'informazioni reciproco. Toccala. Tirala. Sentila. Benvenuto.
The diagram of the double-locked torus conveys the organisation of two intertwining paths, which trace how two people can live together, yet apart, meeting at certain points, which become shared spaces. The idea of two entities running their own trajectories but sharing certain moments, possibly also reversing roles at certain points, is extended to include the materialisation of the building and its construction. 1-Family lifestyle 2: the walk in the wood The Möbius house integrates programme, circulation and structure seamlessly. The house interweaves the various states that accompany the condensation of differentiating activities into one structure: work, social life, family life and individual time alone all find their places in the loop structure. Movement through this loop follows the pattern of an active day. The structure of movement is transposed to the organisation of the two main materials used for the house; glass and concrete move in front of each other and switch places. Concrete construction becomes furniture and glass facades turn into inside partition walls. As a graphic representation of 24 hours of family life, the diagram acquires a time-space dimension, which leads to the implementation of the Möbius band. Equally the site and its relationship to the building are important for the design. The site covers two hectares, which are divided into four areas distinct in character. Linking these with the internal organisation of the Möbius band transforms living in the house into a walk in the landscape. The mathematical model of the Möbius is not literally transferred to the building, but is conceptualised or thematised and can be found in architectural ingredients, such as the light, the staircases and the way in which people move through the house. So, while the Möbius diagram introduces aspects of duration and trajectory, the diagram is worked into the building in a mutated way. The instrumentalisation of this simple, borrowed drawing is the key. The two interlocking lines are suggestive of the formal organisation of the building, but that is only the beginning; diagrammatic architecture is a process of unfolding and ultimately of liberation. The diagram liberates architecture from language, interpretation and signification.
Il Chaos è il magma universale, l'origine e la fine di ogni cosa; esso causa disagio e confusione ma allo stesso tempo impreviste combinazioni di senso ricche di implicazioni. Esso, per l'uomo, contiene l'irresistibile richiamo alla ricerca di senso, lo spinge all'interpretazione, in definitiva lo costringe all'atto creativo quindi alla comunicazione. Il Chaos è Comunicazione. La Comunicazione può essere accomunata al momento in cui le cose del mondo incominciano ad esistere. L'eccesso di comunicazione conduce all'incomunicabilità, alla incapacità di comprendere. La Comunicazione è Chaos. La vera comunicazione viene vista come momento relazionale in cui a causa del confronto si acquisisce identità. Chaos & Comunicazione. C2C è la raffigurazione tridimensionale di questi concetti. Due superfici complesse e curvilinee si compenetrano determinando un ambiente in cui interno ed esterno sono indistinguibili. I fruitori sono invitati a entrare in questo spazio e ad attraversare le fasi del chaos, della comunicazione e dell'ipercomunicazione.
Il video documenta l'intervento di Cliostraat a "Mappe e Percorsi Urbani '98", un progetto della città di Catania per la riqualificazione di alcune aree urbane. Il sito per l'operazione è il quartiere popolare Trappeto Nord. Cliostraat ha deciso di montare una casa di Barbie, in scala 1:1, una sorta di nuovo parco giochi tra gli enormi edifici che coinvolga attivamente la popolazione locale. L'intervento prevede anche la partecipazione di altri architetti, musicisti e collaboratori invitati a proporre installazioni affinché la realizzazione possa culminare in una grande festa di quartiere. La struttura è definita da cavi in tensione, una copertura in tessuto e la superficie a terra ricoperta d'erba sintetica. Davanti alla "casa" viene disposta un'area in sabbia di riporto. Il progetto degli arredi interni è realizzato puramente con mobili inutilizzati messi a disposizione dagli abitanti del quartiere. La struttura, ora dipinta a colori vivaci e decorata con mattonelle policrome, è stata così portata a termine con la collaborazione attiva ed essenziale di numerose persone che nei mesi successivi si sono dedicate alla sua manutenzione. |