anghelos                     
centro studi sulla comunicazione

 

abitare e architettura

   

 

      

progetto
palermocontemporanea


ENGLISH

 

HOME

    ABITARE E ARCHITETTURA

 

Archivio

 

 

IL POSTEGGIO SBAGLIATO PARADIGMA DELLA CITTA'
di fabio alfano

su la repubblica palermo del 18 novembre 2008

Ma che città è Palermo se, invece di qualificare uno dei suoi 'vuoti' più importanti con un concorso di progettazione che lo renda fulcro di una più ampia rigenerazione urbana, lo consegna formalmente ad un privato che, nonostante tutte le sue buone intenzioni, non può che perseguire il proprio interesse? Che cittadini sono i palermitani se consentono che questa già tanto deturpata città perda una così rilevante occasione lasciando ancora una volta dietro la porta la qualità propria dell'architettura ?
Stiamo parlando di Piazza Unità d'Italia, zona di riferimento per la città di mezzo, di tutta l'area antistante la Villa Sperlinga, di quasi 8.000 mq di superficie urbana costituita da aiuole, alberi e parcheggi a raso, che, sebbene alla ricerca di una nuova configurazione necessaria, non può certamente accogliere quella che al momento pende sulla sua testa sotto forma di Prusst (Programma di Riqualificazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile del Territorio fondato sulla iniziativa del privato). Tale progetto (parcheggio Punitalia) in via di approvazione da parte del Consiglio Comunale prevede (come già stato scritto da Rosanna Pirajno su questo giornale il 20 settembre 2008) che la società Siageco srl, che lo ha presentato, possa realizzare nel rettangolo compreso tra viale Piemonte, la via parallela a nord, via Francesco Di Blasi e via la Giusti un parcheggio sotterraneo di tre piani, destinato a 280 posti macchina a pagamento e 266 box da vendere a privati, sistemando il suolo in superficie con grandi aiuole, vialetti, gazebi e chioschi che mimetizzano rampe, scale, ascensori, montacarichi, corpi tecnici, lucernai, impianti di aereazione e tutto quanto occorre per far funzionare detto parcheggio. L'accordo prevede anche altri due parcheggi in superficie in via Sciuti e via Rutelli ovest e la concessione gratuita per la società in questione, in un area di demanio comunale di 57.000 mq, di 2720 stalli a tariffa oraria a pagamento.
Non entriamo nel merito della procedura di presentazione di questo Prusst (la richiesta di questi 2.720 stalli sembra non essere contestuale alla presentazione del progetto ma successiva, quando?) e sul fatto se sia giusto o no assegnare tali stalli alla società richiedente (non è forse troppo?), punti che al momento ritardano l'approvazione a Sala delle Lapidi divisa in posizioni contrapposte. Né obiettiamo sul fatto che la città ha bisogno di parcheggi (benché dovrebbe prendere una direzione che scoraggia gli autoveicoli privati invece che agevolarli) e che un parcheggio in una parte del sottosuolo di piazza Unità d'Italia ci potrebbe anche stare, sempre che non distrugga possibili presenze archeologiche di rilievo. Quello che si contesta è che si continua a trasformare Palermo senza quella qualità che può essere garantita solo se ogni cambiamento si affronta in termini di architettura, disciplina esiliata da decenni da questa città. Non è accettabile che si possa in uno dei punti strategici della città una area che, benché 'verde', è tutta a servizio di un invasivo parcheggio sottostante, per giunta privato, che non scaturisce da un piano generale, dalle reali esigenze dei suoi cittadini mai interpellati. E, ancor più grave, il cui progetto non è frutto di una specifica competenza architettonica (un team di esperti). Noi cittadini e architetti non possiamo consentirlo.
Si, il progetto presentato, a firma del suo propositore, ha elementi condivisibili quali la pedonalizzazione di una parte dell'area, l'incremento del verde e altre scelte di buon senso necessarie per addolcire tutto ciò che un parcheggio sotterraneo comporta in superficie. Ma questo, seppur accattivante per alcuni, non può essere sufficiente per attribuire pareri positivi, nulla osta e approvazioni da parte di commissioni, sovrintendenze, Consiglio Comunale e cittadini. Ci sono questioni a cui solo l'architettura può dare delle risposte.
In che modo per esempio questa area diventa punto di arrivo di un importante asse mare -monte che parte dall'Acquasanta? Quali sono le relazioni formali, funzionali, ecc. con quel che rimane dello storico Parco Sperlinga, con l'area nota come La Montagnola (ex vivaio di viale Piemonte)? Che qualità hanno le forme proposte, gli spazi che ne scaturiscono? C'è una ricerca 'linguistica'? Quanto questo progetto esprime una esigenza di contemporaneità? E soprattutto: chi sta verificando che questa qualità sia presente, chi se ne assume la responsabilità?
Per la città ci vogliono progetti seri, concorsi di architettura, il privato può dare delle idee e può fare degli investimenti ma non può decidere lui cosa serve o non serve e soprattutto - in luoghi di interesse collettivo - non può progettare da solo le 'forme' di quanto proposto.
Occorre un programma generale organico della città formulato con la partecipazione di tutti i cittadini che individui e stabilisca le specifiche destinazioni di ogni luogo su cui è possibile intervenire: piazza Unità di Italia deve diventare un parco urbano, una grande piazza, un'area attrezzata per eventi, esposizioni, sport o cosa altro? E poi ci vogliono competenze specifiche che lo progettino, solo allora può subentrare il Prusst che può realizzare con il denaro e l'interesse privato quanto stabilito dai passaggi precedenti. Si possono invertire le fasi ma non è possibile saltare un solo passo, solo così si porta un reale vantaggio alla città, un vantaggio collettivo che deve rimanere l'unico obiettivo di operazioni come queste. Siamo però ben lontani da questo tipo di processo e al momento c'è una decisione urgente da prendere in quanto a breve questo Prusst potrebbe essere definitivamente approvato.